Il
notevole sviluppo raggiunto obbligò la Curia
vescovile a prendere in esame progetti di ampliamento, che furono
realizzati durante l'episcopato del Card. Lanfredini (1734 1740),
ma soprattutto durante quello del Card. Calcagnini (1776 1807). Questi,
tra il 1778 ed il 1792 fece eseguire, su disegno dell'architetto
Andrea Vici di Arcevia, sostanziali ampliamenti soprattutto in direzione
occidentale. All'interno del nuovo corpo di fabbrica il Vici ideò ed
esegui su tre piani il teatrino, il refettorio e la cappella, seguendo
un identico disegno di elegante forma ellittica.
L’ingresso principale del palazzo prospetta su piazza Dante ed è caratterizzato
dalla presenza di due semicolonne in pietra d’Istria addossate
alla parete, sovrastate da un balcone con balaustra in ferro battuto
corrispondente all’Aula Magna. La facciata in laterizio, armonizzata
magistralmente dall’abile mano del Vici, presenta tre sequenze
di finestre dotate di cornici in pietra d’Istria, con architrave
lineare, aggettante al piano terra e con timpano spezzato al piano
superiore.
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